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La mostra non si limita a presentare un oggetto architettonico, ma propone un’esperienza immersiva che accompagna i visitatori dalla memoria della tempesta alla visione di Kuma, invitando a riflettere sul cambiamento climatico e sulla capacità delle comunità di reinventarsi. Il progetto si ispira al celebre sistema “Dom-Ino” ideato da Le Corbusier nel 1914, reinterpretato da Kuma in chiave contemporanea ed ecologica. Se nel modello originario la modularità era pensata come ripetizione e flessibilità, in Domino 3.0 ogni tronco conserva la propria unicità e diventa parte di una struttura generativa, aperta e relazionale. È un’architettura che non impone una forma, ma la accoglie, trasformando la ferita in linguaggio e l’imperfezione in valore.