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Erano state proprio le maestre a chiedere all’Amministrazione uno spazio didattico all’aperto. Un luogo dove seminare domande. E dove veder crescere risposte. Qui, infatti, le scienze naturali si fanno pratica, esperienza diretta. E anche le altre materie trovano concretezza: la geometria attraverso la misurazione degli spazi, la matematica con i calcoli, l’italiano con il linguaggio tecnico e scientifico, la geografia con la provenienza dei semi, e poi ancora storia, educazione civica, le lingue… Ogni disciplina può trovare il suo spazio e il suo modo di esprimersi. Ma non solo. Qui si imparano la pazienza, la cura, il rispetto, l’attesa, la fiducia. Anche la fatica. E agli aspetti scientifici si aggiungono quelli emozionali: gli alunni hanno piantato anche poesie, belle parole, emozioni. L’orto diventa quindi un luogo di crescita non solo per i semi, ma anche e soprattutto per i bambini che, coltivando le piante, imparano a coltivare sé stessi.